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Terre ed acque di Milano
(troppo vecchio per rispondere)
Arduino
2010-11-01 11:01:16 UTC
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Alla domanda come facesse Milano fin dal medioevo ad avere molti più
abitanti delle altre città padane, e nel contempo ad essere molto più
ricca delle vicine: tutti darebbero risposte del tipo: L'industria, i
commerci...
Niente di più inesatto: non è che Milano producesse niente, ma produceva
poco e quasi tutto per sé stessa, non è che non esportasse, ma esportava
poco. Infatti, il Naviglio Grande, non ha neppure una chiusa, mentre il
Naviglio di Bereguardo, con meno pendenza, ne ha una quindicina: il
motivo è semplice: i barconi che trasportavano le merci a Milano,
ritornavano vuoti o pressoché vuoti (Una cobbia di una dozzina di barche
veniva trainata dai cavalli in un giorno fino ad Abbiategrasso, poi in
due giorni i cavalli ne tiranano metà a Tornavento, venivano caricati i
cavalli su un barcone per tornare a recuperare gli altri barconi. Quindi
uno per volta venivano tirati su per il tratto di Ticino, tempo
dell'operazione quindici giorni)Mentre il Naviglio di Bereguardo aveva
le conche perché in esso i barconi diretti a milano erano controcorrente.
Allora ci si domanderà, di cosa viveva la popolazione milanese?
Semplice, viveva alle spalle del contado, all'epoca del Lombardo-Veneto,
gli austriaci avevano censito in Milano 16.800 persone che vivevano del
reddito agrario. Ben oltre il dieci per cento della popolazione, ed
essendo le più ricche, erano loro che facevano girare quasi tutto il
resto dell'economia.
Milano era circondato da quelle che alcuni agronomi considerano le terre
più fertili del mondo, inoltre aveva la quasi esclusiva
dell'irrigazione: Il Naviglio Grande trasportava 1033 once di acqua,
ciascuna delle quali in una settimana irrigava 200 pertiche milanesi (il
sistema di irrigazione era arcaico: Un fossetto posto in posizione un
po' più elevata aveva al suo fianco due ali di terra larghe una gittata
(5,40 metri)o una gittata e mezza, a lato delle quali stavano due
fossetti scolmatori; il contadino faceva entrare l'acqua nel fosso
centrale che arrivata in fondo, cominciava a defluire, quindi si portava
una decina di metri in avanti e bloccava l'acqua con un incastro di
ferro (basil) che veniva conficcato nella terra a mo di mannaia,
irrigato anche il penultimo tratto si portava avanti di un altra decina
di metri, fino al completamento dell'operazione, solo circa un settimo
dell'acqua veniva assorbito dal terreno, il resto attraverso gli
scolmatori veniva convogliato nei terreni sottostanti in cui si eseguiva
la stessa procedura.
Ma oltre al Naviglio il contado aveva una miriade di fontanili, in
origine, erano stati scavati per far defluire l'acqua dalle paludi,
Esiste ancora ad esempio il Mischia, che convogliava l'acqua di una
quindicina di fontanili nel pavese, nell'alto medioevo, questi "fiumi"
erano cinque o sei (Barona, ecc.) la loro origine era probabilmente
romana, ma prosciugate paludi ed acquitrini, accanto a quelli che
convogliavano l'acqua nel pavese, ne furono costruiti centinaia per
irrigare il contado milanese. Secondo gli statuti dell'epoca, i
proprietari dei terreni non potevano opporsi allo scavo di un fontanile,
come risarcimento per l'incomodo, il costruttore del fontanile doveva
acquistare la terra occupata dall'acqua e dalle sponde, ma queste
restavano in godimento all'antico proprietario che vi piantumava piante.
Scavare un fontanile per chi ne aveva il capitale era un affare, l'acqua
veniva venduta nel sei-settecento a circa quattromila lire l'oncia (Un
oncia d'acqua milanese è l'equivalente dell'acqua che passerebbe in una
finestrella alta 4,91 cm e larga 59,1 cm con l'acqua in entrata due once
(9,82cm) più alta della finestrella (Che naturalmente per evitare si
ingorgasse era quadrata) e a raso in uscita. Oppure veniva affittata
annualmente per 250-350 lire. Anche chi acquistava l'acqua faceva un
buon affare: nel censimento teresiano, i campi asciutti erano valutati
dalle 18 alle trenta lire la pertica (pertica milanese 654,5 metri
quadrati) i prati irrigui 84 lire, pertanto, dato che con un oncia si
irrigavano settimanalmente duecento pertiche, il guadagno (tolte le
spese di manutenzione del fontanile) era di 10.800 (se si trattava delle
terre asciutte migliori, altrimenti poteva essere di lire 13.200 ) lire,
di cui dedotte le quattromila di spesa (sempre che acquirente e
venditore non fossero la stessa persona o la stessa cooperativa) si
aveva un netto di 6.800 lire. Come accennato, gli acquirenti dell'acqua,
spesso erano più di uno, che pagavano la quota di acquisto o affitto in
base alla frazione delle 168 ore settimanali che possedevano. Un
fontanile, irrigava da poche decine, a 900-1.000 pertiche di terreno,
talvolta per aumentare i terreni irrigati, la ruota, anziché settimanale
veniva fatta di 11 o 14 giorni.
Erano questi campi fertili ed irrigati che procuravano la ricchezza di
Milano.
Arduino
2010-11-03 19:05:54 UTC
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Il 01/11/2010 12.01, Arduino ha scritto:

Mentre l'acqua del Naviglio veniva venduta od affittata ad un numero
fisso di once, per un fontanile nuovo, veniva misurata per tre anni da
dei periti che stabilivano l'onciato, ed in base a questo veniva pagata.
Due esempi, Il Marchese di Soncino cedette al Il nobile Francesco
Gallina 387 pertiche di bosco, avendo concordato cento pertiche per ogni
oncia d'acqua del fontanile Gallina, che appunto dopo tre anni di
misurazioni fu quantificato avesse una media di 3,87 once.
Carlo Borri Vendette a Francesca Rinzio due giornate del fontanile
Madonna su ruota quattordicinale a novecento lire ciascuna (se il prezzo
era stabilito in quattromila lire l'oncia, quel fontanile evidentemente
aveva un onciato di 3,15.
Per avere un idea sulla quantità di acqua rappresentata da un oncia: Il
naviglio grande al suo incile ha una portata di 1.334 once. Un fosso
campestre va dalle sei alle otto. Pertanto, l'acquisto del diritto
perpetuo di usare un fosso di sei once si sarebbe pagato come
l'equivalente di circa 500 ettari di terreno asciutto.
Ad'I
Arduino
2010-11-13 14:57:11 UTC
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Il 03/11/2010 20.05, Arduino ha scritto:
Pertanto, l'acquisto del diritto
Post by Arduino
perpetuo di usare un fosso di sei once si sarebbe pagato come
l'equivalente di circa 500 ettari di terreno asciutto.
Ad'I
Mi debbo scusare per il grossolano errore:
Naturalmente il costo non era così elevato.
Non si tratta infatti di 500 ettari, ma di pertiche (un quindicesimo di
ettaro ciascuna)
Approfitto per aggiungere che un oncia equivaleva a cc 41 litri al secondo.
Ad'I
Mezzomatto
2010-11-21 08:44:09 UTC
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Post by Arduino
Approfitto per aggiungere che un oncia equivaleva a cc 41 litri al secondo.
??? cc sono centimetri cubi ( o forse volevi scrivere ca, cioè circa). Litri
al secondo sono una misura di portata, oncia (per quantio ne so) è una
misura di peso: g. 28,3495 quelle del sistema avoirdupois.
L'oncia come misura di portata non la conoscevo. Me ne puoi raccontare
qualcosa? Dove veniva usata, etimologia (oncia deriva dal latino 'uncia',
dodicesima parte di un tutto). Nel caso era dodicesima parte di cosa? E
quant'altro. Grazie.

G. De M.
Arduino
2010-11-21 11:32:44 UTC
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Post by Mezzomatto
??? cc sono centimetri cubi ( o forse volevi scrivere ca, cioè circa). Litri
al secondo sono una misura di portata, oncia (per quantio ne so) è una
misura di peso: g. 28,3495 quelle del sistema avoirdupois.
L'oncia come misura di portata non la conoscevo. Me ne puoi raccontare
qualcosa? Dove veniva usata, etimologia (oncia deriva dal latino 'uncia',
dodicesima parte di un tutto). Nel caso era dodicesima parte di cosa? E
quant'altro. Grazie.
Scusa per il cc, volevo appunto dire circa (Poco più di 41, potrei
fartene il calcolo) Quanto all'oncia, quella in questione era definita;
Oncia magistrale milanese, ed il nome usato, per la verità era un po'
improprio, si trattava di un unità di misura, appunto come scrivi tu, la
dodicesima parte di una misura, cioè di un braccio. Era pertanto 49,1
millimitri, più gli infinitesimali. Ma nella misurazione dell'acqua, in
quello che si definiva: Edificio magistrale milanese, non si misurava il
volume di acqua che passava in un apertura di un oncia per un oncia,
bensì quella che passava nell'apertura di un oncia per un braccio
(59,1cm) anche se per praticità la finestrella veniva fatta di tre per
quattro once (in centimetri circa 15 per 20) Se poi la portata era di un
multiplo di oncia, lasciando invariata l'altezza (Cioè sempre 14,873
centimetri) si moltiplicava per due per tre ecc. la larghezza. La
misurazione non era comunque perfetta, in tempi moderni si è preferito
il sistema di misurazione del salto d'acqua, anziché quello del
passaggio dell'acqua in una finestrella.
Ciao
Ad'I
Post by Mezzomatto
G. De M.
Mezzomatto
2010-11-21 13:43:50 UTC
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Scusa per il cc, volevo appunto dire circa (Poco più di 41, potrei fartene
il calcolo) Quanto all'oncia, quella in questione era definita; Oncia
magistrale milanese, ed il nome usato, per la verità era un po' improprio,
si trattava di un unità di misura, appunto come scrivi tu, la dodicesima
parte di una misura, cioè di un braccio. Era pertanto 49,1 millimitri, più
gli infinitesimali. Ma nella misurazione dell'acqua, in quello che si
definiva: Edificio magistrale milanese, non si misurava il volume di acqua
che passava in un apertura di un oncia per un oncia, bensì quella che
passava nell'apertura di un oncia per un braccio (59,1cm) anche se per
praticità la finestrella veniva fatta di tre per quattro once (in
centimetri circa 15 per 20) Se poi la portata era di un multiplo di oncia,
lasciando invariata l'altezza (Cioè sempre 14,873 centimetri) si
moltiplicava per due per tre ecc. la larghezza. La misurazione non era
comunque perfetta, in tempi moderni si è preferito il sistema di
misurazione del salto d'acqua, anziché quello del passaggio dell'acqua in
una finestrella.
Ciao
Ad'I
Grazie per le precisazioni. A dire il vero non tutto mi è chiaro. Ci medito
sopra e, appena mi si sono chiarite le idee, riprendiamo il Thread. Ai primi
di dicembre, però, che nel frattempo mi farò un viaggetto in germania, e non
so se avrò tempo e voglia di collegarmi). OK?
By the way, il tutto era prima dell'arrivo di Leonardo a milano, oppure
dopo? La cosa è, a mio parere, importante perchè è diffusa l'opinione che
Leonardo sia venuto a Milano a portare il verbo, quasi fossimo cavrnicoli
all'epoca, a inventare le chiuse dei navigli e via così, mentre a me pare di
aver letto (anni fa) che il sistema di navigli e chiuse esisteva prima di
Leonardo (ci portavano i marmi per il Duomo, da Candoglia, val d'Ossola per
via d'acqua: fiume Toce, lago Maggiore, fiume Ticino, naviglio grande). Fra
l'altro a milano Leonardo ha imparato la geometria (suo maestro, in questo,
Luca Pacioli, inventore della contabilità e partita doppia ed emerito
geometra e matematico, fra l'altra compilatore di cataloghi di pesi e
musure, con tanto di fattori di convertibilità).

G. De M.
Arduino
2010-11-21 15:45:05 UTC
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Post by Mezzomatto
Grazie per le precisazioni. A dire il vero non tutto mi è chiaro. Ci medito
sopra e, appena mi si sono chiarite le idee, riprendiamo il Thread. Ai primi
di dicembre, però, che nel frattempo mi farò un viaggetto in germania, e non
so se avrò tempo e voglia di collegarmi). OK?
By the way, il tutto era prima dell'arrivo di Leonardo a milano, oppure
dopo? La cosa è, a mio parere, importante perchè è diffusa l'opinione che
Leonardo sia venuto a Milano a portare il verbo, quasi fossimo cavrnicoli
all'epoca, a inventare le chiuse dei navigli e via così, mentre a me pare di
aver letto (anni fa) che il sistema di navigli e chiuse esisteva prima di
Leonardo (ci portavano i marmi per il Duomo, da Candoglia, val d'Ossola per
via d'acqua: fiume Toce, lago Maggiore, fiume Ticino, naviglio grande). Fra
l'altro a milano Leonardo ha imparato la geometria (suo maestro, in questo,
Luca Pacioli, inventore della contabilità e partita doppia ed emerito
geometra e matematico, fra l'altra compilatore di cataloghi di pesi e
musure, con tanto di fattori di convertibilità).
Benissimo. Ma ti anticiperò che Leonardo a Milano deve aver fatto al più
qualche dipinto. La prima chiusa di cui si ha menzione scritta, fu
uncredibilmente fatta sul "naviglietto" Piccolo corso d'acqua ancora
esistente, che collegava il borgo di Cusago con Milano via Naviglio
Grande. Era il 1438 cinquant'anni prima dell'arrivo di Leonardo. La
seconda chiusa fu fatta l'anno dopo in Milano.
Ciao
Ad'I
Post by Mezzomatto
G. De M.
Arduino
2010-12-10 21:20:29 UTC
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Post by Mezzomatto
By the way, il tutto era prima dell'arrivo di Leonardo a milano, oppure
La Citazione di Leonardo mi ha ricordato una discussione letta su libri
di storia locale:
C'era, fino ad una trentina di anni fa, divisa a metà fra i comuni di
Bereggio e Sedriano, nell'ovest milanese, una grossa cascina, denominata
De Vinci. La voce secondo cui sarebbe appartenuta o addirittura fatta
costruire da Leonardo, è rafforzata dal fatto che a circa un chilometro
di distanza, esisteva (Anzi tuttora esiste, anche se la cambiata
denominazione rende incerti fra Malpaga e Magna)la cascina De Predis,
appartenente appunto al pittore socio e collaboratore di Leonardo.
Tenendo conto che Vinci, non è cognome della Zona, impossibile non
pensare al pittore fiorentino. Ma sia quel che sia, ormai esiste solo
nei ricordi dei vecchi del posto, così come l'affresco della madonna,
sicuramente (?) non di Leonardo, ma pregevole che con la cascina è stato
distrutto.


Ad'I
Post by Mezzomatto
G. De M.
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