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L'O di Giotto
(troppo vecchio per rispondere)
guardrail
2004-04-06 10:57:37 UTC
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L'O di Giotto

Questo signore veniva di campagna, dalle belle colline, dai
boschi e torrentelli, dalle case di un paese poco distante da Firenze
di nome Vicchio, in una zona chiamata Mugello. Da una di quelle
case di contadini che sembrano fatte di cubi, di parallelepipedi, di
prismi e piramidi, come nei disegni di geometria, e come lui stesso,
il pittore, li dipingerà nelle sue celebri "storie". Figlio di un certo
Bondone, si chiama Angioletto, o più familiarmente Giotto. Era
un ragazzetto senza baffi ne barba quando venne a imparare a
dipingere nella città, dove il padre ormai lavorava; e nessuno pen
sava che entro breve tempo, pochissimi anni, sarebbe diventato il
più grande pittore di tutti i tempi, quello che riprenderà dagli
antichi, dai Greci e i Romani, il segreto di come son fatte le cose, e
di renderle con il pennello con la più grande semplicità, la più
grande chiarezza possibile. Si era nella seconda metà del Milledue
cento, lo stesso tempo nel quale un grande coetaneo e forse anche
amico, il poeta Dante, cominciava a comporre poesie.
Prima di lui, forse perché i tempi erano duri e si aveva paura di
tutto, anche della realtà, forse perché era triste e cattiva, chi voleva
dipingere una pianta la ricopiava da un grande libro, dove le
piante erano disegnate; chi voleva fare un animale guardava un
libro sugli animali. E chi voleva disegnare un uomo, non lo guar
dava direttamente, ma lo faceva e coloriva a memoria, rendendo
di lui più l'idea, l'impressione, quasi il fantasma, piuttosto che
l'uomo vero, col suo volume. Così piante, animali, uomini, erano
sempre cose pensate, molto lontane dalla realtà. Giotto cambiò
tutto questo. Come facevano gli antichi, Greci e Romani, per fare
una pecora guardava una pecora viva, dal vero, mentre era al
pascolo. Per fare un albero guardava un albero; per fare un uomo
lo osservava nei gesti e nelle espressioni, direttamente, per cogliere
il segreto di quel gesto e di quell'espressione; e rendere tutte le sfu
mature che solo la realtà, così varia, possiede. Capì che bastava di
questo mondo anche un pezzo, anche un solo frammento, per
avere le qualità, le caratteristiche di tutto l'intero. Sceglieva un
sasso, un frammento di roccia; ed era una montagna. Portava, a
modello, un ramo di albero, una frasca; e sembrava un albero
intero. Come i bambini fanno col presepio, quando ricostruiscono
sul piano di un tavolino, un piccolo mondo, a loro dimensione, che
ripete quello più vero e più grande; o come fanno al mare con i
castelli di sabbia, quando il fumo che esce da un cono di sabbia
bagnata, è quello di un vulcano e un ramoscello di oleandro, pian
tato per terra, è un albero fiorito.
Il grande Giotto fece tutto questo; e in più, guardando le cose dal
vero, notava che quelle vicine erano grandi e quelle lontane più
piccole; tradusse questo nella pittura, disegnando non solo le case,
gli uomini e gli animali, ma rispettando anche gli spazi che esi
stono fra queste cose, e le fanno piccine o grandi secondo la loro
distanza.
In pochi anni diventò bravissimo, e fu conosciuto al di fuori di
Firenze, anzi al di fuori della Toscana. E tutti guardavano incantati
le scene affrescate sulle pareti delle grandi chiese dove le persone,
le case, gli ammali, erano come scolpiti; sembrava quasi di toccarli.
Le sue pitture fatte ad Assisi, a Roma, a Rimini, a Napoli, diven
nero presto notissime. I più grandi signori del tempo, i ricchi mer
canti, i Principi e i Re, lo chiamarono a dipingere nelle cappelle,
dentro alle chiese e nei palazzi loro. Finché arrivò alla fama, alla
gloria finale, quando anche i Fiorentini, finalmente convinti del
suo gran genio, chiesero a Giotto non solo di dipingere, ma anche
di costruire, come architetto; e gli ordinarono il progetto del Cam
panile, qui a Firenze, che da lui prende il nome.

Ma la storia che mi interessa riguarda un tempo della sua vita
quando la sua fama non era già sviluppata, o almeno non tanto
grande come sarà negli anni della maturità. Avvenne allora un
fatto molto singolare che le cronache del tempo ci hanno traman
dato e che merita qui ricordare. Si trattava questa volta del Papa,
il più importante e il più autorevole, il più potente personaggio
che ci fosse in Europa in quel tempo; alla pari, anzi al di sopra di
qualsiasi Re (scommetto che Piero F. avrà ancora da ridire).
Il Papa bandiva una specie di concorso, stabiliva una
specie di gara fra tutti gli artisti viventi, tra i più importanti di quel
momento, per sceglierne uno, il migliore, al quale affidare tutta
una serie di pitture dentro al Vaticano. Si trattava di Roma, la città
che nei tempi passati aveva insegnato cultura a tutto il mondo del
Mediterraneo e di Europa; Roma voleva rinascere a nuova vita e
dimostrare che, insieme alla potenza, anche l'arte si rinnovava.
Si presentarono al messo del Papa tutti gli artisti più noti del
tempo; dovendo mandare una prova del loro lavoro, del loro stile,
consegnarono fogli e pergamene con schizzi, bozzetti, disegni vari,
dove avevano messo il meglio delle loro possibilità; chi un gruppo
di figure, chi un animale, chi un ritratto. E il messaggero del Papa
metteva da parte, raccoglieva le prove, una ad una, come fa la
maestra quando raccoglie i compiti in classe.
Si presentò tra gli altri, tra quelli più grandi e più noti, anche
Giotto, che invece era giovane e non aveva ancora acquistato
grandissima fama. Il messo gli chiese che cosa aveva da conse
gnare, qual'era il dipinto già fatto per dimostrare al Papa le sue
qualità, la sua bravura. E Giotto, di fronte a tutti, su di un foglio di
pergamena (la carta, a quel tempo, era più rara e non si usava per
queste cose), con un pennello appena intinto nel colore, segnò una
grande O, tutta in una volta, senza staccare il pennello dalla perga
mena. Tracciò un'O perfetta, tonda tonda, che sembrava fatta con
il compasso. Il messo si stupì alquanto, trovando la cosa un po'
strana, ma Giotto, con fare sicuro e deciso, commentò: "Portate
questo a sua Santità, e riferite che questo sa fare il pittore Giotto di
Firenze; e tanto basta". Nella sala ci fu un gran brusio, un com
mento di meraviglia e di critica fra tutti gli artisti presenti.
Il messo andò dal Papa, mostrò il disegno e riportò il commento di
quelle parole. Il Papa capì e chiamò lui, proprio lui, fra tutti i pittori
del tempo suo, per quei lavori importanti da farsi in Vaticano.

In conclusione.
Aveva capito cos'è che Giotto voleva dire, e che significato aveva il
suo gesto. Il cerchio perfetto, fatto così, a mano libera, voleva dire,
prima di tutto, sicurezza di mano e pratica certa della geometria,
vale a dire una forte preparazione scientifica, indispensabile per un
modo nuovo, coraggioso, di trattare l'arte. Voleva anche dire che
basta un dettaglio, purché sia perfetto e significativo, per dare
l'idea di tutto un insieme. E voleva anche rispondere con una spe
cie di "lezione" all' "esame" voluto dal Papa; voleva dire probabil
mente che non si può giudicare un artista, facendogli fare un "com
pito" insieme agli altri, in una gara qualsiasi. Era la sdegnosa,
dignitosa risposta di un genio, che chiedeva solo di essere messo
alla prova, lasciando vedere di sé appena una scintilla, che fosse
l'esempio della sua "classe", della sua qualità. Il Papa era grande,
era saggio, e capì che quell'O era la prova per dimostrare che
Giotto era grande anche lui. Giotto sapeva, da uomo saggio, che la
cosa più diffìcile al mondo è fare bene le cose facili, o quelle che
sembrano facili; fare perfettamente anche un dettaglio, il più ano
nimo, il più semplice, come una O.

Guardrail
"Il prof. Horst Enzensberger dell'Università di Bamberg
si diverte solo con free.it.storia.medioevo"
Horst Enzensberger
2004-04-08 00:32:18 UTC
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Post by guardrail
L'O di Giotto
[ su Giotto ]
Post by guardrail
Ma la storia che mi interessa riguarda un tempo della sua vita
quando la sua fama non era già sviluppata, o almeno non tanto
grande come sarà negli anni della maturità. Avvenne allora un
fatto molto singolare che le cronache del tempo ci hanno traman
dato e che merita qui ricordare. Si trattava questa volta del Papa,
il più importante e il più autorevole, il più potente personaggio
che ci fosse in Europa in quel tempo; alla pari, anzi al di sopra di
qualsiasi Re (scommetto che Piero F. avrà ancora da ridire).
Sembra un autoritratto di Bonifacio VIII, ma ricordo la sala degli
schiaffi ad Anagni.
Post by guardrail
Il Papa bandiva una specie di concorso, stabiliva una
specie di gara fra tutti gli artisti viventi, tra i più importanti di quel
momento, per sceglierne uno, il migliore, al quale affidare tutta
una serie di pitture dentro al Vaticano.
Dove i papi del tempo non soggiornavano affatto, e non stavano neanche a
Roma o soltanto per pochissimo tempo.

[cut]
Post by guardrail
E Giotto, di fronte a tutti, su di un foglio di
pergamena (la carta, a quel tempo, era più rara e non si usava per
queste cose), con un pennello appena intinto nel colore, segnò una
grande O, tutta in una volta, senza staccare il pennello dalla perga
mena.
Su pergamena non funzionano granché bene i pennelli ...
Post by guardrail
Tracciò un'O perfetta, tonda tonda, che sembrava fatta con
il compasso. Il messo si stupì alquanto, trovando la cosa un po'
strana, ma Giotto, con fare sicuro e deciso, commentò: "Portate
questo a sua Santità, e riferite che questo sa fare il pittore Giotto di
Firenze; e tanto basta". Nella sala ci fu un gran brusio, un com
mento di meraviglia e di critica fra tutti gli artisti presenti.
Il messo andò dal Papa, mostrò il disegno e riportò il commento di
quelle parole. Il Papa capì e chiamò lui, proprio lui, fra tutti i pittori
del tempo suo, per quei lavori importanti da farsi in Vaticano.
Una storia poco credibile; fuori il nome della fonte!
[cut]
--
Cordiali saluti
prof. Horst Enzensberger
Università di Bamberg
www.uni-bamberg.de/ggeo/hilfswissenschaften/hilfswiss/index_it.html
Su f.i.s.m. si raccontano storielle divertenti
guardrail
2004-04-08 10:14:09 UTC
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"Horst Enzensberger" > ha scritto nel messaggio
Post by Horst Enzensberger
Post by guardrail
L'O di Giotto
[ su Giotto ]
Post by guardrail
Ma la storia che mi interessa riguarda un tempo della sua vita
quando la sua fama non era già sviluppata, o almeno non tanto
grande come sarà negli anni della maturità. Avvenne allora un
fatto molto singolare che le cronache del tempo ci hanno traman
dato e che merita qui ricordare. Si trattava questa volta del Papa,
il più importante e il più autorevole, il più potente personaggio
che ci fosse in Europa in quel tempo; alla pari, anzi al di sopra di
qualsiasi Re (scommetto che Piero F. avrà ancora da ridire).
Sembra un autoritratto di Bonifacio VIII, ma ricordo la sala degli
schiaffi ad Anagni.
Io mi aspettavo un intervento di Piero ed invece arriva a schiaffeggiarmi
(come al solito) il nostro amato (e sempre vigile) prof.Enzensberger :-)
Dunque. Lo schiaffo di Sciarra Colonna avvenne il 3 settembre del 1303
proprio ad Anagni [e non ricominciamo con l'esattezza delle date :-)]
Dante è nato nel 1267 ca. e morì nel 1337 e questi accadimenti da me
narrati (reminescenze giovanili) non hanno una fonte ben precisa, ma si
basano solo su ricordi. E se invece il papa fosse Benedetto XI ?
Post by Horst Enzensberger
Post by guardrail
Il Papa bandiva una specie di concorso, stabiliva una
specie di gara fra tutti gli artisti viventi, tra i più importanti di quel
momento, per sceglierne uno, il migliore, al quale affidare tutta
una serie di pitture dentro al Vaticano.
Dove i papi del tempo non soggiornavano affatto, e non stavano neanche a
Roma o soltanto per pochissimo tempo.
Però ogni tanto ci andavano. Sai quanto dista Anagni da Roma ?
Soprattutto se si percorre l'autostrada ? :-))))))
Post by Horst Enzensberger
[cut]
Post by guardrail
E Giotto, di fronte a tutti, su di un foglio di
pergamena (la carta, a quel tempo, era più rara e non si usava per
queste cose), con un pennello appena intinto nel colore, segnò una
grande O, tutta in una volta, senza staccare il pennello dalla perga
mena.
Su pergamena non funzionano granché bene i pennelli ...
Dipende dal materiale che usi.Io (per esempio) sono in grado di fare una
"O" perfetta su "lucido" con un rapidograf (che funziona ad inchiostro di
china) :-))))))
Post by Horst Enzensberger
Post by guardrail
Tracciò un'O perfetta, tonda tonda, che sembrava fatta con
il compasso. Il messo si stupì alquanto, trovando la cosa un po'
strana, ma Giotto, con fare sicuro e deciso, commentò: "Portate
questo a sua Santità, e riferite che questo sa fare il pittore Giotto di
Firenze; e tanto basta". Nella sala ci fu un gran brusio, un com
mento di meraviglia e di critica fra tutti gli artisti presenti.
Il messo andò dal Papa, mostrò il disegno e riportò il commento di
quelle parole. Il Papa capì e chiamò lui, proprio lui, fra tutti i pittori
del tempo suo, per quei lavori importanti da farsi in Vaticano.
Una storia poco credibile; fuori il nome della fonte!
Non ne ho consultate, lo ripeto. Infatti, contrariamente a quanto
mi è stato sollecitato in precedenza, sotto i miei post vi è sempre
"l'ispirazione". Ma ora che me l'hai chiesto ho fatto un giretto in
Internet e guarda cosa ti ho "pescato":

http://www.chass.utoronto.ca/~ngargano/corsi/100/wk10.frs.giotto.html

Insomma non posso proprio raccontare nulla di mio se proprio
non ho la fonte ? Vabbè!!! Poichè la storia dell'arte è uno dei
temi che ti "stuzzicano" di piu' volevo infilare qualche thread in
questo castello con il ponte levatoio sempre alzato (ma poco
trafficato) per muovere un pò le acque. Non è mica tanto pre
miante postare,postare,postare senza avere un minimo di di
scussione!!!
Post by Horst Enzensberger
[cut]
Cordiali saluti
prof. Horst Enzensberger
Università di Bamberg
Su f.i.s.m. si raccontano storielle divertenti
Eh no!!! Così ci distruggi tutto il castello che stiamo così fa
ticosamente restaurando. Avrei preferito una signature tipo:
"Su f.i.s.m. si raccontano ANCHE storielle divertenti"

Ciao
Guardrail
"Il prof. Horst Enzensberger dell'Università di Bamberg
NON si diverte PIU' con free.it.storia.medioevo ?"
Piero F.
2004-04-08 20:53:14 UTC
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Post by guardrail
Post by Horst Enzensberger
Post by guardrail
Si trattava questa volta del Papa,
il più importante e il più autorevole, il più potente personaggio
che ci fosse in Europa in quel tempo; alla pari, anzi al di sopra di
qualsiasi Re (scommetto che Piero F. avrà ancora da ridire).
Sembra un autoritratto di Bonifacio VIII, ma ricordo la sala degli
schiaffi ad Anagni.
Io mi aspettavo un intervento di Piero ed invece arriva a
schiaffeggiarmi (come al solito) il nostro amato (e sempre vigile)
prof.Enzensberger :-)
Ma perché ti metti in mente che abbia qualcosa da ridire?!? Ancora perché
tempo fa avevo bilanciato il cattolicissimo Falco col laico Galasso? Ma
caro Guardrail, non fo la guerra ai papi, io! Più semplicemente, quando
prendo in mano una moneta, non mi limito a guardarne una faccia, ma la
giro e guardo anche l'altra!
Sull'importanza politica dei papi nel XIII secolo avevo scritto molto a
suo tempo su ICSmod (perché c'era un tale che credeva che i papi fossero
stati SEMPRE come Woytila...), e ti dirò di più: col filotto Gregorio
VII - Innocenzo III - Bonifacio VIII viene rappresentato il momento clou
della supremazia universale della Chiesa in Europa. L'ultimo, poi, era
ebbro di potere a tal punto che non poteva che trascinare la Chiesa al
disastro.
Post by guardrail
E se invece il papa fosse Benedetto XI ?
Non credo proprio. Il nuovo papa abbandonò Roma nel 1304 e dovettero
passare 70 anni prima che un pontefice calcasse di nuovo il lastrico della
città eterna...
Invece Bonifacio VIII cercava artisti onde abbellire Roma per il "suo"
giubileo. Nel XIII secolo la città era in completa rovina, con meno di
30.000 abitanti e con le pecore che pascolavano nei Fori. Bonifacio
voleva renderla presentabile alle decine di migliaia di pellegrini che
sarebbero convenuti per l'Anno Santo (una sua invenzione, con promessa di
indulgenze: il primo business turistico della Storia ;-))
Giotto vi andò intorno al 1298, ma non si sa con precisione quante e quali
cose abbia fatto. Sicuramente dipinse l'affresco in Laterano.
Però era già famoso, era stato ad Assisi per il ciclo della Basilica
superiore, e la sua bravura era ben nota anche fuori dall'Italia centrale
(infatti, dopo Roma, andò a Padova per gli Scrovegni).
Post by guardrail
Post by Horst Enzensberger
Una storia poco credibile; fuori il nome della fonte!
Non ne ho consultate, lo ripeto. Infatti, contrariamente a quanto
mi è stato sollecitato in precedenza, sotto i miei post vi è sempre
"l'ispirazione".
<cut>
Post by guardrail
Insomma non posso proprio raccontare nulla di mio se proprio
non ho la fonte ? Vabbè!!!
Se ti può essere di conforto, ti dirò che la storia della O la conoscevo
quasi parola per parola come l'hai raccontata tu. E' una leggenda raccolta
dal Vasari e divulgata nelle "Vite", però non ha mai creduto nessuno che
fosse un episodio realmente accaduto :-)
Mi stupisce che il prof. non la conosca (o almeno, così pare dalla sua
reazione), anche se convengo con lui che si possa definire una "storiella
divertente" :-)
Post by guardrail
Non è mica tanto premiante postare,postare,postare senza avere
un minimo di discussione!!!
Eh, hai ragione... Anzi, temevo che ti fossi scoraggiato, vista la tua
latitanza negli ultimi tempi. Guarda, fra le mie "creature" ce n'è una che
in questo momento è molto malata, mi dà un sacco di preoccupazioni e
assorbe quasi tutto il mio poco tempo: ma appena le cose miglioreranno,
torno qui e ti sfido a singolar tenzone (regolare torneo cavalleresco,
s'intende!)

ciao:-)
--
Piero F.


------------------------------
(email: togliere xyz dall'indirizzo)
guardrail
2004-04-08 21:25:47 UTC
Permalink
"Piero F." > ha scritto nel messaggio
Post by Piero F.
Ma perché ti metti in mente che abbia qualcosa da ridire?!?
Semplice congiura di palazzo!!! Ooops :di castello
Post by Piero F.
Post by guardrail
Insomma non posso proprio raccontare nulla di mio se proprio
non ho la fonte ? Vabbè!!!
Se ti può essere di conforto, ti dirò che la storia della O la conoscevo
quasi parola per parola come l'hai raccontata tu. E' una leggenda raccolta
dal Vasari e divulgata nelle "Vite", però non ha mai creduto nessuno che
fosse un episodio realmente accaduto :-)
Mi stupisce che il prof. non la conosca (o almeno, così pare dalla sua
reazione), anche se convengo con lui che si possa definire una "storiella
divertente" :-)
Eppure deve esserci qualcosa di vero :-))))
Post by Piero F.
Post by guardrail
Non è mica tanto premiante postare,postare,postare senza avere
un minimo di discussione!!!
Eh, hai ragione... Anzi, temevo che ti fossi scoraggiato, vista la tua
latitanza negli ultimi tempi. Guarda, fra le mie "creature" ce n'è una che
in questo momento è molto malata, mi dà un sacco di preoccupazioni e
Questa notizia sulla malattia della tua creatura non ci voleva proprio.
Mi dispiace tantissimo. Le auguriamo tutti una pronta guarigione.

ma appena le cose miglioreranno,
Post by Piero F.
torno qui e ti sfido a singolar tenzone (regolare torneo cavalleresco,
s'intende!)
Incomincio subito gli allenamenti allora. Ma dove trovi un cavallo
adatto allo scopo ? E l'armatura ? E la spada? Guarda che io so
no già ben attrezzato :-)))) Ti ricordo che io combatto solo a cavallo.
Che razza di cavaliere sarei se no ?
Post by Piero F.
ciao:-)
Piero F.
Ciao Piero. Non pensare al NG per ora.
Guardrail
Horst Enzensberger
2004-04-11 00:39:57 UTC
Permalink
[cut]
Post by Piero F.
Ma perché ti metti in mente che abbia qualcosa da ridire?!? Ancora perché
tempo fa avevo bilanciato il cattolicissimo Falco col laico Galasso? Ma
caro Guardrail, non fo la guerra ai papi, io! Più semplicemente, quando
prendo in mano una moneta, non mi limito a guardarne una faccia, ma la
giro e guardo anche l'altra!
Hai preso anche le euro papali?
Post by Piero F.
Sull'importanza politica dei papi nel XIII secolo avevo scritto molto a
suo tempo su ICSmod (perché c'era un tale che credeva che i papi fossero
stati SEMPRE come Woytila...), e ti dirò di più: col filotto Gregorio
VII - Innocenzo III - Bonifacio VIII viene rappresentato il momento clou
della supremazia universale della Chiesa in Europa. L'ultimo, poi, era
ebbro di potere a tal punto che non poteva che trascinare la Chiesa al
disastro.
Il Trecento non è solo disastroso; e poi dipende dal punto di vista:
limitare il potere temporale del papa non è necessariamente un male.
Post by Piero F.
Post by guardrail
E se invece il papa fosse Benedetto XI ?
Non credo proprio. Il nuovo papa abbandonò Roma nel 1304 e dovettero
passare 70 anni prima che un pontefice calcasse di nuovo il lastrico della
città eterna...
Invece Bonifacio VIII cercava artisti onde abbellire Roma per il "suo"
giubileo. Nel XIII secolo la città era in completa rovina, con meno di
30.000 abitanti e con le pecore che pascolavano nei Fori.
Le vacche c'erano ancora nel '700.
Post by Piero F.
Bonifacio
voleva renderla presentabile alle decine di migliaia di pellegrini che
sarebbero convenuti per l'Anno Santo (una sua invenzione, con promessa di
indulgenze: il primo business turistico della Storia ;-))
Ti muovi su un terreno minato se parli di indulgenze quando leggo io:-)
A parte il fatto che Bonifacio IX era ancora meglio come promotore
turistico, lo strumento delle indulgenze, per incentivare pellegrinaggi
o per finanziare opere pie (costruzione o restauro di chiese) o utili
(ponti), era già in uso da secoli. La prima normativa risale al IV
Concilio Lateranense del 1215, can.62.
Nella metà del secolo XII° serviva anche per sostituire pellegrinaggi
pericolosi: il patriarca di Gerusalemme mandò in Europa una croce
reliquiario con un certificato di garanzia dell'autenticità (e c'era di
tutto relativo alla vita terrena di Gesù), ma a NE di Monaco di Baviera
l'incaricato del patriarca subì una rapina - la croce tuttora si
conserva nella chiesa del monastero di Scheyern (anche centro di studi
bizantini). Dietro un adeguato contributo si potevano lucrare gli stessi
effetti salutari di un pellegrinaggio in Terra Santa.
Inoltre c'è la grande concorrenza, con un capillare sistema "turistico":
il pellegrinaggio a Santiago di Compostella!

[cut]
Post by Piero F.
Se ti può essere di conforto, ti dirò che la storia della O la conoscevo
quasi parola per parola come l'hai raccontata tu. E' una leggenda raccolta
dal Vasari e divulgata nelle "Vite", però non ha mai creduto nessuno che
fosse un episodio realmente accaduto :-)
Mi stupisce che il prof. non la conosca (o almeno, così pare dalla sua
reazione), anche se convengo con lui che si possa definire una "storiella
divertente" :-)
Non pretendo di conoscere tutte le storielle diffuse in Italia
(Salimbene e Villani raccontano pure molte storie), ne so quelle che si
raccontano in Germania sugli "eroi" nostrani.
--
Cordiali saluti
prof. Horst Enzensberger
Università di Bamberg
www.uni-bamberg.de/ggeo/hilfswissenschaften/hilfswiss/index_it.html
Mi diverto sempre su free.it.storia.medioevo
Piero F.
2004-04-11 22:09:40 UTC
Permalink
Post by Horst Enzensberger
Hai preso anche le euro papali?
:-)))
Ci farò un pensierino...
Post by Horst Enzensberger
Bonifacio VIII...
poi, era ebbro di potere a tal punto che non poteva che trascinare
la Chiesa al disastro.
limitare il potere temporale del papa non è necessariamente un male.
Il Trecento avrà anche avuto qualche lato positivo (quale secolo non ne
ha?), però è stato il peggior momento del basso medioevo. La recessione
economica prima, la peste poi, e infine il grande scisma occidentale che
ha diviso la cristianità, tutta scomunicata chi da un papa e chi
dall'altro...
E' vero che il potere temporale dei papi era una jattura, però ad Avignone
non si ridusse semplicemente, si trasformò invece da potere politico in
potere finanziario (e non saprei dire se fosse meglio o peggio...)
Post by Horst Enzensberger
Nel XIII secolo la città era in completa rovina, con
meno di
30.000 abitanti e con le pecore che pascolavano nei Fori.
Le vacche c'erano ancora nel '700.
Le tenevano lì per i pittori, il neoclassicismo esigeva questi ambienti
bucolici con ruderi prestigiosi ;-)
Post by Horst Enzensberger
Bonifacio
voleva renderla presentabile alle decine di migliaia di pellegrini
che sarebbero convenuti per l'Anno Santo (una sua invenzione, con
promessa di indulgenze: il primo business turistico della Storia ;-))
Ti muovi su un terreno minato se parli di indulgenze quando leggo io:-)
Non temo le mine, ho la vocazione del martire per la cultura :-)
Post by Horst Enzensberger
A parte il fatto che Bonifacio IX era ancora meglio come promotore
turistico
Del giubileo del 1400 non so niente. Se vuoi dire qualcosa, ti ascoltiamo
con piacere.
Post by Horst Enzensberger
lo strumento delle indulgenze, per incentivare pellegrinaggi
o per finanziare opere pie (costruzione o restauro di chiese) o utili
(ponti), era già in uso da secoli.
Ok, ok, non ho detto che Bonifacio VIII aveva inventato le indulgenze, ma
l'Anno Santo alla scadenza dei centenari! Bonifacio IX sarà magari stato
ancora più affarista, però rimane pur sempre un'idea di papa Caetani, no?
A questo proposito, non ricordo da quando il giubileo si celebra ogni 25
anni, né chi è stato a moltiplicare per quattro il business... Non so se è
stata una buona idea, forse si è annacquato il significato. Io ne ho visti
tre: 1950, 1975 e 2000, ma una volta era un avvenimento che capitava una
volta nella vita, e allora diventava veramente imperdibile!
Post by Horst Enzensberger
Inoltre c'è la grande concorrenza, con un capillare sistema
il pellegrinaggio a Santiago di Compostella!
Appunto, bisognava inventarsi qualcosa per fare di Roma una meta
turistica, e Bonifacio VIII c'è riuscito, con risultati anche migliori
rispetto alla concorrenza!
Post by Horst Enzensberger
la storia della O la conoscevo quasi parola per parola...
Mi stupisce che il prof. non la conosca
Non pretendo di conoscere tutte le storielle diffuse in Italia
(Salimbene e Villani raccontano pure molte storie), ne so quelle che
si raccontano in Germania sugli "eroi" nostrani.
Ma la storiella la racconta Giorgio Vasari, mica una qualunque! A lui
dobbiamo tutta l'agiografia sui pittori rinascimentali, compresa quella di
Giotto. Non discuto sulla scarsa attendibilità del Vasari, però almeno una
diffusione dei suoi scritti a livello europeo me l'aspettavo...
In Italia è diventata proverbiale, tant'è vero che in Toscana si dice "sei
più tondo dell'O di Giotto" per tacciare di ottusità l'interlocutore :-)

Ma adesso aspettiamo tutti qualche storiella sugli eroi germanici
(tradotta in italiano, naturalmente!) perché credo che qui non di vada
molto più di là di Wilhelm Tell, che tra l'altro è svizzero !
(Personalmente conosco anche qualche storia su Walther von der Vogelweide,
ma non so se è considerato tedesco o austriaco :-))

cordiali saluti
--
Piero F.


------------------------------
(email: togliere xyz dall'indirizzo)
guardrail
2004-04-11 22:45:21 UTC
Permalink
"Piero F." > ha scritto nel messaggio
Post by Piero F.
Post by Horst Enzensberger
Hai preso anche le euro papali?
:-)))
Ci farò un pensierino...
Lasciate perdere gli euro papalini...costano un occhio :-)))

Cut
Post by Piero F.
Post by Horst Enzensberger
Le vacche c'erano ancora nel '700.
Le tenevano lì per i pittori, il neoclassicismo esigeva questi ambienti
bucolici con ruderi prestigiosi ;-)
Ma lo sapete o no che nel XIII secolo la carne bovina era la piu' co
stosa ? Ho capito , bisogna che posti qualcosa anche su questo :-)
Voi però preoccupatevi di reperire materiale sia sulla "cattività" avignone
se che su Bonifacio "tour-operator"; su Innocenzo III ho qualcosa an
ch'io ed è in preparazione [visto che ormai c'ho fatto l'abitudine ad accen
dere le micce - ma non mi piace la parte d'un novello Pietro Micca :-)].

Ciao a tutti
(oggi non ha piovuto - governo ladro!!!)
Guardrail
"Son contento che il prof. Horst Enzensberger dell'Università di Bamberg
si diverte sempre di piu' con free.it.storia.medioevo"
Horst Enzensberger
2004-04-12 14:31:10 UTC
Permalink
Post by guardrail
"Piero F." > ha scritto nel messaggio
Post by Piero F.
Post by Horst Enzensberger
Hai preso anche le euro papali?
:-)))
Ci farò un pensierino...
Lasciate perdere gli euro papalini...costano un occhio :-)))
Una lira di Dio, come usava dire nostro figlio concretizzando
l'espressione "l'ira di Dio" ...
Post by guardrail
Cut
Post by Piero F.
Post by Horst Enzensberger
Le vacche c'erano ancora nel '700.
Le tenevano lì per i pittori, il neoclassicismo esigeva questi ambienti
bucolici con ruderi prestigiosi ;-)
Ma lo sapete o no che nel XIII secolo la carne bovina era la piu' co
stosa ? Ho capito , bisogna che posti qualcosa anche su questo :-)
Parlavamo del '700; ma carne era sempre costosa per i ceti minori.
Post by guardrail
Voi però preoccupatevi di reperire materiale sia sulla "cattività" avignone
se che su Bonifacio "tour-operator"; su Innocenzo III ho qualcosa an
ch'io ed è in preparazione [visto che ormai c'ho fatto l'abitudine ad accen
dere le micce - ma non mi piace la parte d'un novello Pietro Micca :-)].
C'era anche il servizio aerotrasporti della Angel Airlines, incaricato
di portare la casuzza dalla Terra Santa a Loreto:-) Non facevano però
servizio passeggeri.
Post by guardrail
Ciao a tutti
(oggi non ha piovuto - governo ladro!!!)
Guardrail
"Son contento che il prof. Horst Enzensberger dell'Università di Bamberg
si diverte sempre di piu' con free.it.storia.medioevo"
--
Cordiali saluti
prof. Horst Enzensberger
Università di Bamberg
www.uni-bamberg.de/ggeo/hilfswissenschaften/hilfswiss/index_it.html
Divertimento garantito su f.i.s.m. nonostante il governo.
Elisabetta Marcovich
2004-04-20 16:07:52 UTC
Permalink
Post by Horst Enzensberger
C'era anche il servizio aerotrasporti della Angel Airlines, incaricato
di portare la casuzza dalla Terra Santa a Loreto:-) Non facevano però
servizio passeggeri.
ma non è che c'entravano gli Angeli imperatori bizantini??
e se non mi sbaglio fecero una tappa intermedia a Tersatto
--
Elisabetta Marcovich
Horst Enzensberger
2004-04-12 11:39:09 UTC
Permalink
Piero F. <***@jumpy.it> wrote:

[cut]
Post by Piero F.
Il Trecento avrà anche avuto qualche lato positivo (quale secolo non ne
ha?), però è stato il peggior momento del basso medioevo. La recessione
economica prima, la peste poi, e infine il grande scisma occidentale che
ha diviso la cristianità, tutta scomunicata chi da un papa e chi
dall'altro...
Ma c'era già uno scisma precedente di più di tre secoli...
Post by Piero F.
E' vero che il potere temporale dei papi era una jattura, però ad Avignone
non si ridusse semplicemente, si trasformò invece da potere politico in
potere finanziario (e non saprei dire se fosse meglio o peggio...)
No. Se fai i bilanci sulla base delle pubblicazioni della
Görres-Gesellschaft, il papato non sarebbe entrato in Europa:-)
Erano i banchieri italiani a trarre profitto dal caso Avignone e dal
trasferimento di soldi da tutta l'Europa, per il mercato delle prebende.
[cut]
Post by Piero F.
Post by Horst Enzensberger
A parte il fatto che Bonifacio IX era ancora meglio come promotore
turistico
Del giubileo del 1400 non so niente. Se vuoi dire qualcosa, ti ascoltiamo
con piacere.
Quando sarò tornato su in Germania, dove ho più materiale sotto mano. Il
Tomacelli da buon napoletano inventò l'indulgenza ad instar, cioè la
concessione di indulgenze paragonabili alla dotazione di indulgenze
delle grandi basiliche romane, dietro adeguato compenso e con la
percentuale, a chiese al di là delle Alpi, incentivando il turismo
religioso fuori Roma. Siamo però pur sempre nel periodo del Grande
Schisma.
Post by Piero F.
Post by Horst Enzensberger
lo strumento delle indulgenze, per incentivare pellegrinaggi
o per finanziare opere pie (costruzione o restauro di chiese) o utili
(ponti), era già in uso da secoli.
Ok, ok, non ho detto che Bonifacio VIII aveva inventato le indulgenze, ma
l'Anno Santo alla scadenza dei centenari! Bonifacio IX sarà magari stato
ancora più affarista, però rimane pur sempre un'idea di papa Caetani, no?
Guarda un po Isidoro di Siviglia ... sotto la voce giubileo...
Post by Piero F.
A questo proposito, non ricordo da quando il giubileo si celebra ogni 25
anni, né chi è stato a moltiplicare per quattro il business... Non so se è
stata una buona idea, forse si è annacquato il significato. Io ne ho visti
tre: 1950, 1975 e 2000, ma una volta era un avvenimento che capitava una
volta nella vita, e allora diventava veramente imperdibile!
Ma lì il peccato originale è collegato allo sviluppo dei media, e alla
concessione di indulgenza ad ascoltatori della radio ed ai
telespettatori :-) Sarebbe da indagare sui rapporti tra certi
imprenditori televisivi e la Radio Vaticana:-)
Post by Piero F.
Post by Horst Enzensberger
Inoltre c'è la grande concorrenza, con un capillare sistema
il pellegrinaggio a Santiago di Compostella!
Appunto, bisognava inventarsi qualcosa per fare di Roma una meta
turistica, e Bonifacio VIII c'è riuscito, con risultati anche migliori
rispetto alla concorrenza!
Mancano le statistiche sui numeri dei pellegrini in direzione Santiago,
Roma o Terra Santa.
Post by Piero F.
Post by Horst Enzensberger
la storia della O la conoscevo quasi parola per parola...
Mi stupisce che il prof. non la conosca
Non pretendo di conoscere tutte le storielle diffuse in Italia
(Salimbene e Villani raccontano pure molte storie), ne so quelle che
si raccontano in Germania sugli "eroi" nostrani.
Ma la storiella la racconta Giorgio Vasari, mica una qualunque! A lui
dobbiamo tutta l'agiografia sui pittori rinascimentali, compresa quella di
Giotto. Non discuto sulla scarsa attendibilità del Vasari, però almeno una
diffusione dei suoi scritti a livello europeo me l'aspettavo...
Vasari si conosce anche da noi, ma è sempre una fonte secondaria; e io
seguo più il settore amministrativo, e non quello artistico ...
Post by Piero F.
In Italia è diventata proverbiale, tant'è vero che in Toscana si dice "sei
più tondo dell'O di Giotto" per tacciare di ottusità l'interlocutore :-)
Ma adesso aspettiamo tutti qualche storiella sugli eroi germanici
(tradotta in italiano, naturalmente!) perché credo che qui non di vada
molto più di là di Wilhelm Tell, che tra l'altro è svizzero !
(Personalmente conosco anche qualche storia su Walther von der Vogelweide,
ma non so se è considerato tedesco o austriaco :-))
Questo è una questione di lana caprina.

Per quanto riguarda le storielle, non so se cominciare con la
traslazione di S. Dionigi a Ratispona mediante il trucco del "caritatem
facere" [riflettete sul significato di caritas che, in questo caso, non
è quello di carità. Nei Carmina Burana c'è la categoria dei
"Caritas-Lieder"], o col giovane Ludovico (il Bavaro) e la scimmia, o
con il cavaliere Schweppermann e le uova.
--
Cordiali saluti
prof. Horst Enzensberger
Università di Bamberg
www.uni-bamberg.de/ggeo/hilfswissenschaften/hilfswiss/index_it.html
Mi diverto sempre su f.i.s.m.
Piero F.
2004-04-15 22:23:33 UTC
Permalink
Post by Horst Enzensberger
Post by Piero F.
il grande scisma
occidentale che ha diviso la cristianità, tutta scomunicata chi da
un papa e chi dall'altro...
Ma c'era già uno scisma precedente di più di tre secoli...
Non è una buona ragione per minimizzare quello del tardo Trecento :-)
Davvero, io credo che sia stato più traumatico che non quello con la
chiesa bizantina, per una serie di ragioni che potremmo affrontare in un
apposito thread. D'accordo? E' arrivato il momento di "fare salotto" :-)
Post by Horst Enzensberger
Post by Piero F.
Avignone non si ridusse semplicemente, si trasformò invece da potere
politico in potere finanziario (e non saprei dire se fosse meglio o
peggio...)
No. Se fai i bilanci sulla base delle pubblicazioni della
Görres-Gesellschaft, il papato non sarebbe entrato in Europa:-)
Erano i banchieri italiani a trarre profitto dal caso Avignone e dal
trasferimento di soldi da tutta l'Europa, per il mercato delle
prebende.
Boh... Io leggo dappertutto che la curia avignonese era una specie di
Borsa degli affari, un luogo dove tutto si poteva vendere e comprare (per
non parlare del sistema fiscale, particolarmente vessatorio). Non dubito
però che anche i privati si arricchissero facendo affari con Avignone.
Resta da stabilire quanto potere finanziario avesse, per i suoi tempi, il
papa avignonese: io leggo che ne aveva moltissimo, e che lo sfarzo della
corte era il maggiore d'Europa...
Post by Horst Enzensberger
Per quanto riguarda le storielle, non so se cominciare con la
traslazione di S. Dionigi a Ratispona mediante il trucco del
"caritatem facere" [riflettete sul significato di caritas che, in
questo caso, non è quello di carità. Nei Carmina Burana c'è
la categoria dei "Caritas-Lieder"], o col giovane Ludovico
(il Bavaro) e la scimmia, o con il cavaliere Schweppermann e le uova.
Intanto che rifletto ancora un po' su "caritas", mi incuriosisce la storia
del cavaliere e delle uova. Possiamo cominciare da quella :-)

cordialmente
--
Piero F.


------------------------------
(email: togliere xyz dall'indirizzo)
Horst Enzensberger
2004-04-11 00:39:54 UTC
Permalink
Post by guardrail
"Horst Enzensberger" > ha scritto nel messaggio
[cut]
Post by guardrail
Io mi aspettavo un intervento di Piero ed invece arriva a schiaffeggiarmi
(come al solito) il nostro amato (e sempre vigile) prof.Enzensberger :-)
Dunque. Lo schiaffo di Sciarra Colonna avvenne il 3 settembre del 1303
proprio ad Anagni [e non ricominciamo con l'esattezza delle date :-)]
Dante è nato nel 1267 ca. e morì nel 1337 e questi accadimenti da me
narrati (reminescenze giovanili) non hanno una fonte ben precisa, ma si
basano solo su ricordi. E se invece il papa fosse Benedetto XI ?
La concezione di potenza del papa è la "plenitudo potestatis" teorizzata
al massimo da Bonifacio VIII. nella "Clericis laicos". Che la diffusione
di queste idee, in un certo senso, sia riuscita dimostra proprio la
storiella.
[cut]
Post by guardrail
Però ogni tanto ci andavano. Sai quanto dista Anagni da Roma ?
Soprattutto se si percorre l'autostrada ? :-))))))
Più importante era la distanza tra Fiuggi ed Anagni, per il trasporto
dell'acqua minerale ad uso del papa; testimonianze nel libro paga del
tesoriere apostolico.
E la "Autostrade pontificie srl" fece fatica a partire in quei tempi:-)
Post by guardrail
Post by Horst Enzensberger
[cut]
Su pergamena non funzionano granché bene i pennelli ...
Dipende dal materiale che usi.Io (per esempio) sono in grado di fare una
"O" perfetta su "lucido" con un rapidograf (che funziona ad inchiostro di
china) :-))))))
Si, pero la superficie della pergamena è più ruvida del lucido. Potrebbe
naturalmente essere che si mettesse a disposizione pergamena già
preparata del tipo in uso nella cancelleria pontificia in cui il recto è
trattato con un brodetto di calce.

[cut]
Post by guardrail
Post by Horst Enzensberger
Una storia poco credibile; fuori il nome della fonte!
Non ne ho consultate, lo ripeto. Infatti, contrariamente a quanto
mi è stato sollecitato in precedenza, sotto i miei post vi è sempre
"l'ispirazione". Ma ora che me l'hai chiesto ho fatto un giretto in
http://www.chass.utoronto.ca/~ngargano/corsi/100/wk10.frs.giotto.html
A Toronto c'è la lunga mano del pontefice :-)
Ma parlando sul serio, si tratta di una università di rilievo
internazionale negli studi medievistici. Il padre Boyle insegnava a
Toronto, prima di diventare prefetto dell'Archivio Segreto.
Post by guardrail
Insomma non posso proprio raccontare nulla di mio se proprio
non ho la fonte ? Vabbè!!! Poichè la storia dell'arte è uno dei
temi che ti "stuzzicano" di piu' volevo infilare qualche thread in
questo castello con il ponte levatoio sempre alzato (ma poco
trafficato) per muovere un pò le acque. Non è mica tanto pre
miante postare,postare,postare senza avere un minimo di di
scussione!!!
Storia dell'arte va benissimo.
Post by guardrail
Post by Horst Enzensberger
[cut]
Cordiali saluti
prof. Horst Enzensberger
Università di Bamberg
Su f.i.s.m. si raccontano storielle divertenti
Eh no!!! Così ci distruggi tutto il castello che stiamo così fa
"Su f.i.s.m. si raccontano ANCHE storielle divertenti"
Hai ragione.
Post by guardrail
Ciao
Guardrail
"Il prof. Horst Enzensberger dell'Università di Bamberg
NON si diverte PIU' con free.it.storia.medioevo ?"
Mi diverto sempre su free.it.storia.medioevo!
--
Cordiali saluti
prof. Horst Enzensberger
Università di Bamberg
www.uni-bamberg.de/ggeo/hilfswissenschaften/hilfswiss/index_it.html
Mi diverto sempre su free.it.storia.medioevo
guardrail
2004-11-25 23:27:14 UTC
Permalink
"Horst Enzensberger" > ha scritto nel messaggio
Post by Horst Enzensberger
Una storia poco credibile; fuori il nome della fonte!
prof. Horst Enzensberger
Su f.i.s.m. si raccontano storielle divertenti
Così Giotto rivoluzionò la pittura del Medioevo
di Bruno Zanardi

«Rimutò (Giotto, ndr) l'arte del dipignere dal greco in latino e ridusse al
moderno». Così la fulminante definizione critica del percorso artistico di
Giotto (1265 ca.-1339) data da Cennino Cennini verso la fine del Trecento
nel suo Libro dell'arte: il trattato tecnico per eccellenza della pittura
del Tardo Medioevo. Una definizione normalmente letta in via stilistica:
quindi Giotto che supera la fissità iconica della pittura bizantina,
recuperando il naturalismo dell'arte antico-romana (il passaggio "dal greco
in latino"), per poi unirlo all'eleganza dello stile gotico allora
all'ultimo grido (la riduzione "al moderno"). Ma che anche può essere letta
in senso tecnico, sia rispetto alla figura d'artista-imprenditore di Giotto,
sia rispetto alla sua proverbiale abilità manuale attestata, ad esempio, dal
celeberrimo aneddoto della "O di Giotto".

Il 20 maggio 1331 Roberto d'Angiò, re di Napoli, firma una quietanza che
attesta la contemporanea presenza di Giotto sugli affreschi di due cappelle
della reggia di Castelnuovo, una "magna", l'altra "parva", e su una grande
tavola che dipinge in una sua bottega napoletana ("in domo"). E se non si
vuole attribuire all'artista fiorentino il dono della trinità, si deve
ammettere l'assoluta normalità di un'organizzazione del lavoro che
forzatamente conduceva ogni capomaestro a produrre opere non mai autografe
se non dal punto di vista progettuale e del riconoscibile metodo di
dipingere (oggi si direbbe la griffe) da lui imposto ai vari uomini al
lavoro nei suoi cantieri; e ciò valeva - teste il documento napoletano -
anche per opere commissionate da un re.

Senza però con questo pensare a Giotto come all'inventore di questo modo di
lavorare. Già nel 301 d.C. il celeberrimo Edictum de pretiis di Diocleziano
elenca vari lavori artistici, e sempre li distingue per specializzazioni.
Restando ai pittori, al "pictor parietarius", verosimilmente chi svolgeva il
vero e proprio lavoro del dipingere, spettavano 75 danari al giorno; mentre
al "pictor imaginarius", cioè chi progettava le decorazioni e, forse, anche
ne eseguiva le parti più complesse, toccava il doppio: 150 danari al giorno.
Per quanto invece riguarda l'abilità manuale di Giotto, non necessariamente
questa coincide con una completa autografia in tutte le sue opere; come del
resto sarebbe stato impossibile, se non altro per umanissime questioni di
tempo. Essa prende invece valore esemplare per come è confluita in un
generale fatto organizzativo. Apro un inciso. Cennino Cennini testimonia nel
suo solito Libro dell'arte (cap. LXVII) che di norma i pittori mettevano a
punto dei "modi di esecuzione degli incarnati", i quali solo in parte
corrispondevano alla loro personale calligrafia artistica. Questi erano
infatti prima di tutto una tecnica di normalizzazione del lavoro in cantieri
inevitabilmente condotti da più uomini.
Né il problema di una qualità standard va sottovalutato. Essa era infatti
funzionale a una precisa esigenza: quella di far sì che in un ciclo di
affreschi, il viso di uno stesso santo, poniamo Francesco, non risultasse in
una scena paonazzo e in un'altra giallastro, creando così difficoltà di
riconoscimento della sua figura da parte dei fedeli. E per ottenere questo
risultato i colori non si componevano mai all'impronta in tavolozza, ma,
prima, li si preparava a terra in quantità cospicue e perciò uguali per
tutti gli uomini del cantiere; poi li si suddivideva nei diversi toni medi,
chiari e scuri; infine li si applicava nei luoghi definiti in partenza con
il disegno esecutivo in chiaroscuro, procedendo per successive campiture
stese l'una sull'altra secondo un preciso quanto indefettibile ordine; così
Cennino: «Guardati bene, se vuoi che la tua opera gitti ben fresca, fa che
col tuo pennello non esci di suo luogo ad ogni condizione d'incarnazione».

Ebbene, di nuovo Cennino afferma che il modo di esecuzione degli incarnati
messo a punto da Giotto (e da lui ovviamente imposto a chi lavorava nei suoi
cantieri) era ancora ai suoi tempi, cioè sessant'anni dopo la morte del
grande fiorentino, il migliore in assoluto tra quelli adottati nel corso del
Trecento. E questo perché Giotto inventa una nuovissima tecnica di stesura
delle tinte di incarnazione che si pone all'opposto di quella utilizzata
fino a quel momento dai maestri bizantini ("greci"), e da chi ancora era da
loro influenzato: ad esempio, Cimabue, Torriti o Cavallini.

Se infatti questi ultimi, nei loro cantieri, dipingono gli incarnati
sovrapponendo i colori l'uno sull'altro in sottili linee, Giotto, nei suoi -
ad esempio all'Arena di Padova o alla chiesa inferiore di Assisi - abolisce
queste linee sostituendole con piani larghi di colori sempre sovrapposti
l'uno all'altro e tuttavia sfumati tra loro; così ancora Cennino: «E per
questo modo va' più volte sfumando (sic) l'una incarnazione con l'altra,
tanto che rimanga ben campeggiato, secondo che natura 'l promette». Così da
potersi assai legittimamente chiedere se lo sfumato lo abbia inventato
Giotto, oppure, come di norma si dice, Leonardo: due secoli dopo, tuttavia.

* Università di Urbino

Venerdí 12 Settembre 2003

Ciao
Guardrail

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